Magone – quella tristezza che non va né su né giù e blocca il respiro – è una parola utilizzata soprattutto nel nord Italia che ha trovato ospitalità nei libri di Teofilo Folengo e Dario Fo, Giorgio Bassani e Alberto Bevilacqua, Antonio Delfini e Gianni Celati, Pier Vittorio Tondelli e Maurizio Cucchi. Si può accostare allo spleen cantato da Baudelaire, alla litost narrata da Milan Kundera, al fado di José Saramago e alla samba di Vinicius de Moraes, sentimenti che hanno a che fare con il viaggio e con la nostalgia di casa e affondano le radici nei viaggi coatti, per schiavitù o per miseria.
STORIA, USI E DECLINAZIONILETTERARIE DI UNA PAROLA
ROBERTO FRANCHINI, giornalista, scrittore e saggista, è stato direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione Emilia-Romagna, presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e del Festival filosofia. Di recente ha pubblicato Il secolo dell’orso (Bompiani), Prigioniero degli altipiani (La nave di Teseo) e L’Ultima nota. Musica e musicisti nei lager nazisti (Marietti 1820).
Genere | Saggistica |
Genere | Letteratura |
Pagine | 124 |
Formato | 12x16, brossura con alette |
Anno di edizione | 2024 |
ISBN | 979-12-81000-23-0 |
Prezzo