Oligo è una parola usata spesso nella terminologia scientifica. Deriva dal greco ὀλίγος, che significa “poco”. Idealmente, lo si può collegare alla massima di Seneca «non multa, sed multum», che possiamo tradurre un po' liberamente come “non tante cose, ma profonde”. Di quella profondità che Arduino Cantafora chiama in causa per parlare della poetica dell’architetto e teorico Aldo Rossi – «poche e profonde cose» – poche, ma indispensabili per erigere un senso di bellezza chiamato a essere l’ultimo baluardo dell’essere umano contro la disperazione. Oligo è quindi un nome ambizioso e denso di significato per una casa editrice. Un’aspirazione alla qualità, basata su una rigorosa scelta dei titoli proposti. Poche cose, fatte bene, con cura. Con quel “prendersi cura” del lettore che pensiamo sarebbe piaciuto a Heidegger. Libri adatti al grande pubblico, ma mai banali, in grado di offrire un punto di vista insolito e controcorrente che trova nella cultura un appiglio al quale afferrarsi nelle sabbie mobili della “società liquida” contemporanea: questo il punto di vista di Oligo