Ròmulo Gallegos è senza dubbio uno dei massimi esponenti della cultura e della letteratura dell’America Latina, ed è davvero impressionante il successo che i suoi capolavori, come Donna Barbara (1929), hanno riscosso nel continente sudamericano, negli Stati Uniti ed in alcuni paesi europei. Ma, curiosamente, non in Italia. Il lavoro straordinario di Luigi Brandajs, intellettuale torinese vissuto per un ventennio in Venezuela, attraverso una traduzione precisa, fedele e filologicamente impeccabile, colma pertanto un vuoto singolare, consegnando finalmente al pubblico la possibilità di conoscere ed apprezzare un capolavoro che affronta temi di impatto emotivo, psicologico e sociale per molti aspetti attualissimi con una parallela e straordinaria messe di dati folklorici, sociologici ed etnografici. La scena è dominata dai temi dell’abolizione della schiavitù e della Guerra Federale, del rapporto tra aristocrazia bianca e “negros”, alla luce del desiderio di riscatto ed uguaglianza insiti in quella stagione storica; tutto questo attraverso l’intrecciarsi delle vite parallele di Pedro Miguel, figlio occasionale di un “incontro incantato” tra una giovanissima patrizia ed uno schiavo nero, e Cecilio, suo cugino germano. I due incarnano le figure contrapposte del rivoluzionario e del riformatore, mentre sullo sfondo appare tutto il travaglio della nascita di una Nazione.
Ròmulo Gallegos nasce a Caracas nel 1884. Di spirito liberale e dalle idee fortemente antimilitariste ed antiautoritarie, guida con decisione l’opposizione alla dittatura di Juan Vicente Gomez. Inseguito dalla polizia, è costretto a fuggire in Spagna nel 1931. Vi rimane quattro anni, fino alla caduta di Gomez. Al ritorno in patria, il Venezuela lo riconosce subito, oltreché come intellettuale lucido e grande scrittore, quasi come un eroe nazionale. Dal 1936 è Ministro della Pubblica Istruzione e deputato. Il 14 dicembre 1947 Gallegos, nelle prime elezioni libere venezuelane, è acclamato Presidente della Repubblica. Dopo nemmeno un anno dall’insediamento, il 24 novembre 1948 un colpo di Stato depone Gallegos. La nuova giunta militare di Carlos Delgado Chalbaud lo fa arrestare. L’ex Presidente lascia nuovamente il suo paese, ed è esule a Cuba, e poi in Messico. Tornerà in patria solo dopo la caduta del dittatore Marcos Peres Jimenez, dieci anni dopo. Adoratissimo dalla gente, portato in trionfo per le vie della capitale ed ormai riconosciuto come uno dei protagonisti più significativi della riscossa del Venezuela e della sua lotta per la democrazia ed i diritti sociali, riprende casa nella sua Caracas, dove continuerà a scrivere e lavorare fino alla morte nel 1969. Nel 1964 il Venezuela ha creato il Premio letterario Ròmulo Gallegos, considerato uno dei premi di narrativa in lingua spagnola più prestigiosi al mondo.
Genere | Narrativa straniera |
Genere | Romanzo |
Pagine | 308 |
Formato | 13x21, brossura con alette |
Anno di edizione | 2018 |
ISBN | 9788885723092 |
Prezzo
Saggistica